“Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo com’è, infinita” recita William Blake nel Matrimonio del cielo e dell’inferno. Ma perché le porte della nostra percezione siano mondate, prima vanno serrate per far sì che lo sguardo si sposti dall’esterno verso l’interno. La mente umana è la sede del pensiero e la scaturigine di tutte le facoltà intellettive, normalmente attiva nelle ore di veglia, sino a diventare molesta: solo durante la notte e in particolare durante il sonno, tali attitudini che possono diventare un ossessivo rimuginare, un brusio indistinto, uno sgradevole rumore di fondo, tacciono ed è il momento in cui si palesa l’anima che è ben altro dalla mente in quanto, non legata al corpo, è sostanza immateriale e principio di attività spirituale.
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Luzi e la storia
di Marco Marchi
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Da sempre la poesia di Mario Luzi ha saputo coniugare visibile ed invisibile, «terrestre» e «celeste»: versi, i suoi, che riproducono in fogge mirabili – trascoloranti dal dolore alla letizia, dalle interrogazioni tragicamente dubitanti alla certezza – una dizione incircoscritta del mondo, dell’esistente.